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Teoria Vibratoria e Risonanza /2

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(continua da: “Teoria Vibratoria e Risonanza /1“)

Già nel Gandharva Veda furono riuniti un gran numero di testi che si riferivano alla metafisica e alla fisica del suono, alla semantica e al simbolismo musicale, alla storia e alla teoria della musica, e inoltre ad applicazioni artistiche, magiche e terapeutiche dei fenomeni sonori.
 
Il corpo umano è un sistema concepito per vibrare. E’ uno strumento che emette vibrazioni e suoni propri, ma la maggior parte di essi non sono udibili. Il corpo e la psiche ricevono suoni e musica, li trasformano interiormente in emozioni e “rispondono” con vibrazioni proprie, con una musica propria, così come ci insegna il Nada Yoga, lo yoga del suono.
 
La musica risveglia tutti i nostri centri energetici (Chakra), regola la produzione e il riassorbimento di neurotrasmettitori e peptidi (quelle macromolecole che alleviano il dolore e la sofferenza, agendo su specifici recettori cerebrali), coinvolge il corpo e la psiche in vari modi: il sistema uditivo, il cuore, il sistema nervoso, il sistema endocrino, la pelle, il respiro, il subconscio, l’inconscio.

Quando ci lasciamo andare all’ascolto, ci abbandoniamo al flusso e ci apriamo a un livello di coscienza più ampio. Non esiste più la mente egocentrica che “pensa di ascoltare la musica”, ma l’unità mente-corpo sarà immersa nella musica, sarà musica. 
Immagini e fantasia aggirano i processi difensivi dell’inconscio, e l’azione motoria spontanea viene liberata.

Tutte le cose che vibrano sono sensibili tra di loro e si influenzano a vicenda mediante la legge sottile dello scambio vibratorio. Siccome il corpo si comporta come un diapason messo vicino ad un altro diapason accade che i corpi e i loro componenti entrano in risonanza simpatica o simpatetica e si mettono a vibrare alla stessa frequenza. 
Il corpo in stato di riposo vibra ad una frequenza di 8 cicli al secondo, che è anche la frequenza delle onde cerebrali “Alpha”, prodotte dal cervello in stato di rilassamento, come anche la frequenza fondamentale della vibrazione terrestre.

Il nostro apparato uditivo è limitato nella percezione delle frequenze acustiche in un range compreso tra 20 cicli al secondo (Hz) e 20.000 cicli al secondo (Hz). Al di sopra (ultrasuoni) e al di sotto (infrasuoni), non siamo in grado di percepire nulla. L’elettroencefalogramma evidenzia cinque tipi di onde emesse dal nostro cervello:
Beta  (13 – 30 Hz) sono proprie delle normali attività di veglia o fase REM del sonno, indicano che la corteccia cerebrale è attivata;
Alpha (8 – 13 Hz) sono associate a uno stato di veglia ma rilassata. La mente è calma e ricettiva. E’ lo stato ideale per lo studio o la meditazione;
Theta (4 – 8 Hz) sono tipiche di uno stato meditativo profondo e/del dormi/veglia;
Delta (0,5 – 4 Hz) sono caratteristiche del sonno profondo e del coma.
Le onde Gamma sono rare e relative a frequenze superiori ai 30 Hz nel range 30-90 Hz e sono correlate con la volontà e i profondi poteri psichici.
La meditazione consiste nell’alterare, con la forza di volonta’, il proprio stato cerebrale. Applicare uno sonoro alla giusta frequenza può aiutare a raggiungere lo stato desiderato.

Fin dalla nostra infanzia abbiamo vissuto, sperimentato ed immagazzinato diversi modelli sonori, associando a ciascuno di essi una sensazione, un significato, una circostanza: tutti questi suoni possono essere definiti modelli sonori condizionati, derivanti da una associazione mentale. 
Esistono però anche dei modelli sonori incondizionati, a cui appartiene tutta una gamma di “suoni primitivi“, puro riflesso delle emozioni e comprensibili da tutti senza bisogno di precedenti condizionamenti cognitivi. Oggigiorno esistono solo due suoni incondizionati (primitivi): il pianto e il riso; tutti gli altri suoni primitivi sono ormai scomparsi insieme ad una parte della spontaneità comportamentale. 
La musica ha il grande potere di suscitare forti sensazioni emotive, in funzione del tipo di esperienza personale se si tratta di suoni condizionati o comuni a tutti gli individui se si tratta di suoni primitivi, contribuendo in tal modo a rimuovere l’enorme bagaglio di accumuli emotivi che sono la principale causa dei fenomeni patologici a sfondo psicosomatico.

Il Talamo è la struttura fisica dove le sensazioni e le emozioni, per mezzo del ritmo sonoro, provocano una risposta automatica inconscia. A livello corticale possiamo apprezzare un’armonia, ma e’ solo a livello subcorticale (come anche per gli animali) che possiamo “capirla”.
La musica generalmente invia due messaggi: uno che si indirizza all’emisfero sinistro del cervello, quello della percezione cosciente; l’altro, il piu’ debole, che viene percepito dall’emisfero destro, dall’inconscio.

La risonanza può essere utilizzata in musicoterapia per indurre la persona a sentirsi accolta e compresa, senza l’ausilio di parole, e può riportare ciascuno di noi alle esperienze originarie vissute nella nostra storia personale fin dall’istante del concepimento. La vita all’interno del grembo materno è infatti un susseguirsi di fenomeni acustico-sonori che impregnano di esperienza il bambino che sta crescendo ed influenzeranno la sua vita futura. 
Possiamo lasciarci cullare dalla melodia, dall’armonia, dal ritmo e dal timbro in un abbraccio che ricorda quello del grembo materno, oppure possiamo liberare le nostre emozioni con un’esplosione incontrollata di gesti, liberando l’azione motoria spontanea. 

Riferimenti: 
http://www.amadeux.net

[continua]

Zen e Matrix: cambiare la matrice, plasmare il futuro/2

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[continua da: Zen e Matrix: cambiare la matrice, plasmare il futuro/1]

 

Cosa c’è di “zen” in tutto questo? Molto, a mio parere. Intanto l’idea stessa di trovare la radice della causa, per poi identificarsi con essa (nella PNL si tratta di visualizzarsi al suo interno in un punto preciso della timeline, quasi “indossandola” come un abito) e, divenuti tutt’uno con essa, dissolverla nel MU, o Nulla.
Naturalmente, gli strumenti che la PNL offre sono “targettati” per la nostra epoca e la nostra forma mentis di occidentali contemporanei, che privilegiano l’emisfero razionale a scapito dell’emozionale, e il sistema rappresentativo “visivo” a scapito di quelli che fanno affidamento agli altri sensi. Trovo pero che il metodo orientale, perfezionato in secoli di decantazione, sia deecisamente piu evoluto e raffinato.

Lo zen non ama visualizzare, ma meditare. C’e differenza, anche se a prima vista (per noi occidentali) non ce n’e alcuna. Semplicemente, le aree del cervello implicate sono diverse. Nella meditazione, vengono emesse onde teta che nella visualizzazione non sono invece prodotte.

Personalmente, non amo molto visualizzare. Mi sembra una tecnica preistorica, e una pretesa un po’ folle. Che bisogno c’è di visualizzare qualcosa che sta davanti a te, separato da te, quando SEI OGNI COSA, sei tutto l’universo? Si può forse visualizzare il vuoto? Riusciresti a visualizzare il movimento subatomico di un solo tuo capello?
La pretesa di “vedere” come unico modo per percepire, plasmare, trasferire energie mi sembra limitata, presuntuosa e sciocca, perche usa una sola parte del cervello, quella dei lobi occipitali, e la più limitata.

I più moderni sviluppi della fisica quantistica, cosi come i modelli matematici sui sistemi caotici, la filosofia del linguaggio di Wittgenstein, le scuole iniziatiche occidentali e lo zen orientale concordano su un punto: la realtà e’ inconoscibile. Osservare un fenomeno equivale a fissare una sua “istantanea” che non ha probabilità di corrispondere al reale più di tutte le altre possibilità escluse dall’atto stesso dell’osservazione. In altre parole: e’ impossibile penetrare il grande mistero dell’esistenza muniti della sola pretesa di “visualizzare”…