Archivi tag: scopo della vita

Zen e Rinascita/1

Standard

Ogni giorno e’ il mio primo giorno.
Ogni giorno e’ il mio ultimo giorno.
Lo scopo della vita e’ la vita stessa. Tutto e’ vivo.

Oggi voglio raccontarvi di un gioco che ho cominciato a fare per puro divertimento, da ragazzina, e che poi non ho abbandonato più. L’ho chiamato il gioco del film.

Quando mi sentivo particolarmente tediata,  mi distraevo facendo finta di essere in un film di cui ero, al tempo stesso, la protagonista e la spettatrice. La trama si svolgeva davanti ai miei occhi, la scoprivo vivendola, e naturalmente non potevo sapere come andava a finire.

La mattina mi svegliavo sui “titoli di testa” e poi chiudevo gli occhi la sera con gli immaginari “titoli di coda”. La mia vita si condensava tra sigla iniziale e finale: tutta in un giorno. Ne’ ieri ne’ domani. Nella mia immaginaria proiezione, tutto era puro presente, un fotogramma della pellicola alla volta.

Una variante dello stesso esercizio, o una sua versione più elaborata, consisteva nell’ immaginare di essere nata in quel preciso giorno, o di essermi risvegliata dopo un lungo periodo di ibernazione, o di essere un alieno atterrato sulla terra in spoglie umane, o di avere completamente perso la memoria dopo un incidente. Praticamente, mi obbligavo ad osservare ogni cosa con occhi nuovi, come se la vedessi per la prima volta: tutto era una novità, e “riscoprire” ogni luogo e persona familiare mi metteva in condizioni di osservare non solo le cose intorno a me, ma anche  me stessa con occhi nuovi.

Cosa ho scoperto? Che imparare a non subire il condizionamento dell’oggi o del domani ha cambiato completamente la percezione della mia realtà, e ha reso ogni mia giornata un’esperienza incredibile. Osservavo senza alcun rancore le stesse persone con cui avevo litigato il giorno prima, e mi sentivo come se nulla fosse mai accaduto (dal momento avevo iniziato il gioco solo dalla mattina, di fatto NON poteva essere accaduto!), e mi sorprendeva scoprire come la forte emozione connessa a quell’episodio si fosse, per così dire, “sgonfiata” da se’. Quello che solo il giorno prima mi aveva procurato irritazione, noia o tristezza si dissolveva come neve al sole, senza fare NIENTE.

Anche immaginare di vivere, anziché il primo, l’ultimo giorno della mia vita sulla terra, proiettandomi ad esempio in un film di fantascienza in cui partivo per un altro pianeta, sortiva più o meno lo stesso effetto, ma in un modo diverso: in questo caso provavo per ogni cosa che vedevo uno struggimento così intenso, da minimizzare le mie emozioni “terrene” fino a dissolverle del tutto. E a che valeva essere arrabbiati, o gelosi, o rancorosi quando all’indomani saremmo partiti per Marte per non fare più ritorno?

In un’età precocissima, e in modo del tutto casuale, avevo così scoperto una delle mie primissime lezioni di (belly)Zen: che si puo superare ogni tipo di emozione molesta, solo vivendo ogni giorno come se fosse il primo, e al tempo stesso come se fosse l’ultimo. Nient’altro. Proprio niente. Vi giuro, e’ proprio così. Dovete provarci.

Nel corso degli anni, specie in quelli tempestosi dell’adolescenza, questa scoperta mi e’ stata particolarmente utile. Soprattutto, in una età in cui di errori e di cazzate ne fai tante, e i sensi di colpa ti devastano, mi sorprendevo a non provare più rancore per me stessa, a perdonarmi con facilita. Tecnicamente, dal momento che le cose di cui mi accusavo si riferivano a ieri, e nel mio gioco io nascevo solo oggi,  in pratica per me non esistevano! Bello sforzo, vero? Qualcuno obietterà che si tratta solo di un trucco,  e in effetti e’ proprio cosi. Ma e’ proprio con questi trucchi che riusciamo a condizionare (e de-condizionare) il nostro subconscio. Chi ha detto che le cose che cambiano le nostre vite debbano essere per forza “serie” o complicate?


[continua]